Correva l'anno 1984 era estate e io trascorrevo le vacanze giocando con il mio fedele Commodore 64 compagno di pomeriggi interminabili, cercando di immaginare mondi fantastici celati dietro una manciata di pixel. In sala giochi spopolava un nuovo coin-op che attirava orde di ragazzini con le mani sporche di girella. Era Dragons Lair. Epico. Unico. Incredibile. Le file per mettervi le mani su erano interminabili ma il premio per tanta attesa entusiasmante, comandare un cartone animato era il sogno realizzato di ogni bambino videogiocatore dell'epoca. Dragons Lair era diverso, un approccio diverso, una soddisfazione diversa. Un laser game le cui meccaniche sono sopravvissute negli anni tanto che ancora oggi ne ritroviamo ricordi nei "quick time event" di alcuni titoli blasonati. Ma che c'entra Dragons Lair adess?? Ecco quello che si prova oggi davanti ad Oculus Rift è la stessa identica sensazione che si provava allora, davanti a quel meraviglioso titolo: stupore entusiasmo e tantissima curiosità, pur non essendo un esperienza totalizzante che di per se esclude il modo di videogiocare classico. Sin dai primi momenti che si indossa il visore ci si rende conto che il mondo dei videogiochi è ad una svolta epocale e che probabilmente non sarà più lo stesso da oggi in avanti. Giocare con Oculus è una moderna esperienza Arcade, che è in grado di lasciare a bocca aperta tutti in famiglia. Indossare il visore è già parte del gioco, navigare nei menù, guardare filmati fa parte dell'esperienza e anzi la completano.
All'inizio ci troviamo in un salotto virtuale finemente arredato e davanti agli occhi una specie di schermo curvo con tutti i software acquistati e scaricati dallo store oculus. Tutto abbastanza confortevole, anche se manca ancora qualcosina per vedere tutto a fuoco perfettamente ed in maniera comoda. I tre titoli offerti in bundle sono di tre tipologie diverse che incarnano i tre diversi spiriti e modi di giocare dell'esperienza Oculus:
Si parte con Farlands, un esperienza cartoon passiva in cui si impersona un coniglietto su di un lago ghiacciato che viene visitato dagli alieni, non ci si può muovere ma ci si può guardare attorno. Giusto per rendersi un attimo conto di ciò che si può vedere con oculus.
Valkirie, invece, ci catapulta nel cockpit di una navicella spaziale. In un attimo si ha la sensazione che tutti i parametri che di solito ci fanno giudicare un videogioco vadano a farsi benedire. Il sogno diventa realtà, ci si gira attorno con lo sguardo avendo la sensazione VERA, di controllare un mezzo che è effettivamente all'esterno di noi, e lo sguardo che ruota a 360 gradi offre sensazioni uniche. Se ci si avvicina al sensore da scrivania (una specie di microfono che serve a rilevare la posizione del giocatore nello spazio) si possono guardare gli strumenti della navicella nel dettaglio, mentre se si gira lo sguardo si vedono le ali attraverso i finestrini e le mitragliatrici pronte a far fuoco. Sei nell'azione in maniera reale. Ed è dannatamente divertente. Cosa si deve fare per progredire all'interno del gioco importa poco. La sensazione di appagamento è tale da essere bastevole anche la fase di tutorial.
La vera novità, o meglio ciò che mi ha impressionato molto favorevolmente è Lucky's Tale, platform tridimensionale in terza persona molto facile e confortevole da giocare, che a mio modo di vedere è l'esperienza più riuscita e completa delle 3. Ci troviamo a comandare una volpe in un ambiente cartoon molto pulito e fluido, un ambiente in cui noi siamo immersi insieme alla protagonista del gioco. In pratica la telecamera segue la volpe in automatico, mentre noi possiamo guardarci attorno in modo da calibrare salti perfetti e scoprire segreti nascosti. La voglia di toccare l'ambiente viene subito, sembra di guardare un mondo fatto di giocattoli prendere vita. Una meraviglia nel vero senso della parola.
Sono diversi i titoli disponibili nello store, e se avete comprato i visori vi verrà voglia di comprarli tutti, anche se credo siano ancora pochi quelli in grado di offrire un esperienza soddisfacente e totale. Il vero problema è che per quanto possano essere bellissimi i giochi creati per i sistemi tradizionali non potranno mai essere adattabili al 100per100 con gli oculus per vari motivi: i giochi da hardcore gamers fatti per lunghe sessioni esplorative e azioni mozzafiato poco si sposano con il visore che per forza di cose richiede sessioni più brevi ed azioni meno frenetiche per non correre il rischio di nausea e altri malesseri legati all'immersione totale nell'azione di gioco. Questo potrebbe essere uno dei problemi futuri di Oculus ed è legato alla diffusione della VR nel mondo e di come reagirà il mercato dei videogiochi ad esso. Se la base di visori istallati sarà bassa è normale che anche i titoli di spessore creati per la realtà virtuale non crescerà in maniera esponenziale, lasciando lo sviluppo al palo. Ma questo è un dubbio che riguarda il futuro, ma a noi questo interessa ben poco. Quello che va detto è che oggi Oculus Rift, rappresenta veramente qualcosa di nuovo, una frontiera del videogioco nuova, un modo di divertirsi nuovo che piacerà a gente nuova. L'arrivo di Oculus touch previsto per fine anno consentirà di interagire con le proprie mani all'interno dell'ambiente virtuale è quello sarà veramente la svolta definitiva verso un modo di giocare nuovo. Non poter guardare i propri arti superiori, nel corso di una sessione, a mio modo di vedere frena l'esperienza lasciandoci ancorati alla realtà (non virtuale) abbandonandoci ad una sensazione da coito interrotto. Ma a quanto pare manca poco all'uscita di queste necessarie periferiche.
I requisiti hardware e il prezzo stesso del visore rinchiudono gli Oculus in una nicchia di mercato molto ristretta: il pc che serve a far girare tutto alla perfezione deve essere di altissima fascia e pur andando al risparmio dubito che si possano spendere meno di 1000 euro per assemblare un pc che abbia i requisiti minimi per far girare Oculus (attenzione, avere una ge-force 970 è il minimo indispensabile senza questa scheda non si possono manco installare i driver di Oculus) a questa cifra va aggiunto il costo del visore, sfiorando in maniera paurosa i 2000 euro di spesa totale. Una cifra elevatissima, che ci riporta al 1984 quando da bambino guardavo sbavante il coin-op di Dragons Lair. All'epoca non avrei mai potuto comprare il cabinato e portarlo a casa, ma quando potevo ci giocavo volentieri, il resto della mia vita videoludica la trascorrevo con macchine casalinghe che mi facevano divertire ugualmente, e Dragons Lair lo lasciai nel mio cuore. Ecco forse non è il momento ancora di comprare gli Oculus Rift, non sono per tutti ed i titoli "killer application" mancano. Ma se volete farvi un giro sulla giostra, se volete provare nuove sensazioni, cercate qualcuno che li abbia e trasferitevi a casa sua per un po.
Ettore
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